Le mucche di Favignana

Dove le mucche non sono blu

di Giorgio Triani

Dici latte, formaggio, mucche. E pensi alla Val padana e al Parmigiano-Reggiano. E’ un pensiero ovvio, logico. Quasi banale. Però se pensi a mucche che stanno libere in mezzo ai campi e talvolta le vedi passare e attraversare le strade, con naturalezza e senza preoccuparsi troppo di auto, biciclette e persone, allora devi venire a Favignana. L’ultimo posto in cui penseresti di vedere mucche, come se fossero all’alpeggio, in un terreno che d’estate è secco, quasi arso, e che l’aria arroventata rende ancor più inverosimile pensarlo in altre stagioni verde e ricco d’erba. Eppure è qui a Favignana che vedi all’aperto e in libertà mucche: belle, grandi, di razze e colori diversi.

Singolare davvero. Anche perché più della loro presenza, in ampi spazi delimitati dai tradizionali muretti a secco, mi aveva sempre colpito l’aridità della loro libertà. Il fatto che pascolassero, appunto, su terreni brulli, dalla vegetazione rada, quasi inesistente nei mesi estivi. Insomma: strano, ma niente di eccezionale. Sino a quando, però, non ho visto e sentito alcuni bambini gridare ai loro genitori. “Guardate ci sono le mucche…sono vere…sono grandi e non sono blu come quelle della pubblicità!” (ndr. Cioccolato Milka). In quel momento ho realizzato che dove ci sono, nel Nord Italia e in particolare nel Val Padana, le mucche sono centinaia di migliaia, ma sono tutte nelle stalle. In giro e nei campi non se ne vede una. Stanno giorno e notte dentro le fabbriche del latte. Sono animali-macchine, delle quali i bambini hanno idee vaghe, fumettistiche. Pubblicitarie. Delle mucche sanno solo che fanno il latte che bevono. E il formaggio che mangiano.

Ora si sa che la vita è strana e le scoperte avvengono nei modi e luoghi più impensati. Tuttavia le mucche di Favignana aggiungono alla sorpresa l’incanto di visioni che si dovrebbero definire agresti e invece sono desertiche. Fantastiche a ben pensarci e ben vedere. Miraggi. Perché trovarsi davanti mucche in fila che procedono sulla strada seguite da un guardiano, il figlio di Gandolfo, che le segue in motorino non capita spesso. Anzi: quasi mai. E questa eccezionalità la si può cogliere in tutto il suo avvolgente sapore, assaggiando il formaggio di quelle mucche. Che credo sia l’ultima cosa che verrebbe in mente di mangiare in un luogo di mare. Ma che io vi consiglio, caldamente, di fare. Magari seduti, sottosera, guardando il mare, con un bicchiere di buon vino siciliano fresco. E il sole che tramonta in quel piccolo angolo di paradiso (anche caseario) che vi lascerà un beato e indimenticabile stato sensoriale.

 

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